Creare un sito web ad hoc (su misura) è l’unico modo per ottenere risultati concreti e duraturi nel tempo.
Non vogliamo fare tanti giri di parole, il concetto è figurativamente quello della scampagnata in montagna, dove cerchiamo di portare solo quello che serve e niente di più. Per quanto siamo allenati, il peso superfluo infastidisce e rende l’uscita più impegnativa.
Un sito web è costituito da un (linguaggio) codice tecnico che il browser web interpreta e traduce in quelli che sono i siti presenti in rete. Il linguaggio di programmazione è una specie di lingua, aliena per i più, che permette di cliccare su un link e di aprire un’altra pagina, o, per semplificare ancora, di vedere delle sequenze di immagini o testi. La scelta del codice spetta a chi esegue il lavoro che di norma, ponderando le richieste del cliente, sceglie la soluzione migliore.
Lo sviluppo del web negli ultimi anni è stato smisurato tanto che molte aziende hanno investito in editor di testo, ossia generatori di codici, che interpretano in modo intuitivo quello che vogliamo fare e lo scrivono per il web. Il primo esempio su tutti è la piattaforma WordPress.
I generatori di codice creano un codice pulito?
La diffusione di questi prodotti ha permesso la creazione di siti web anche a figure che non conoscono direttamente il codice di programmazione e le potenziali differenze tra un codice pulito ed un codice sporco.
Da un punto di vista concettuale, queste soluzioni creano un sito con una serie di elementi standard che se inutilizzati possono essere resi invisibili attraverso varie impostazioni. Questa operazione permette di avere quello che serve a costi ridotti (parliamo di generatori di siti da poche centinaia di euro o di soluzioni gratuite online configurabili da chiunque). Tutto sembra funzionare bene, ma analizzato con occhio “esperto” notiamo che tutto quello che non serve sta appesantendo il progetto e procurando non poche conseguenze.
Vediamo di semplificare con un esempio figurativo il concetto. Andiamo a fare una scampagnata in montagna e prepariamo uno zaino dove portiamo un po’ di cose utili al giretto. Un codice sporco è paragonabile allo zaino pieno di “mattoni” inutili, cose che non usiamo, oggetti pesanti che rendono solo più ingombrante il cammino. Magari riusciamo a farlo lo stesso, ma lo sforzo è inutile. Questa inutilità nel web significa lentezza delle pagine, o un utilizzo di applicazioni che non servono a niente, come ad esempio immagini che si muovono in contesti in cui sarebbe opportuno stessero ferme, finestre con gli ultimi acquisti, che spesso deviano dai prodotti principali ecc.
Influenze del codice sporco su Google e i motori di ricerca
Google sappiamo bene essere il principale motore di ricerca, il suo lavoro quotidiano è quello di scansionare i progetti web e di indicizzare i loro contenuti in base a dei parametri spesso sconosciuti. Avere un codice sporco non aiuta questa operazione, anzi, a volte la rende più complessa del necessario, interferendo con il lavoro primario del motore stesso. La lentezza del progetto e l’afflusso di visitatori sono aspetti che rendono vincente un progetto o lo penalizzano. I sistemi open source nascono per accontentare il maggior numero di persone possibili e, di conseguenza, sono predisposti per fare un po’ tutto. Nello specifico questo interferisce con il lavoro di scansione dei motori che si trovano molto materiale “non visibile” da analizzare. Stiamo molto semplificando rischiando pure di essere banali, ma vogliamo mettere in risalto con esempi il concetto e marcare l’importanza di un lavoro fatto ad hoc.
Siti web ad hoc
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